Seconda settimana a Parigi e direi che va
molto meglio.
Stamattina sono persino riuscito ad ordinare
una brioche con l’uvetta.
hanpenoresin
sivuplè
Passi da gigante insomma.
Eccomunque questa volta vorrei parlare di un
tema fondamentale: affittare una casa a Parigi.
Tutte le grandi invasioni iniziano con la
creazione di una testa di ponte, un rifugio sicuro ove potersi riparare,
ricaricare le armi, accumulare provviste e munizioni.
I furbi francesi che hanno appreso la lezione
della storia fanno quindi il possibile per rendere impossibile la creazione del
primo fortilizio infilando il potenziale nemico in un loop così composto:
STEP 1: per fare un contratto di affitto ci
vuole un conto in banca
STEP 2: per aprire un conto in banca devi
portare una bolletta di luce e gas
STEP 3: per avere una bolletta di luce e gas
devi avere una casa
STEP 4: per avere una casa devi avere un contratto di affitto
STEP 4: per avere una casa devi avere un contratto di affitto
STEP 5: vai al punto 1
Voi direte: funziona? Mica troppo a giudicare
dal numero di immigrati in Francia, ma tant’è!
Quindi se ad un certo punto da qualche parte
si riesce a spezzare il loop si riesce ad entrare nell’elenco dei papabili che
possono presentarsi agli appuntamenti per prendere in affitto una casa ove in
fila con un sacco di altri aspiranti possessori di una bolletta di luce e gas
potrete mostrare il vostro dossier (una specie di CV comprendente stipendio,
lettere di raccomandazione, voto di maturità, foto di voi da piccolo, … ) sperando
che gli altri siano peggio di voi.
Io, per fortuna (come dice Rita) o per grande
abilità (come dico io) ho saltato tutto questo grazie ad un annuncio trovato su
un sito per accademici ma in scompenso la casa sarà libera del 25 settembre per
cui nel frattempo mi barcameno in studiò (simpatico nome che indica
appartamentini della dimensione di due sgabuzzini e ¼) fino ad allora.
le scimmion |
Gli studiò in affitto a giorni sono un mondo
incredibile.
Varrebbe la pena di fare uno studio
antropologico solo sulle suppellettili in dotazione e sui resti di cibarie
lasciate dai precedenti inquilini e non gettate dai proprietari che credono di farti un favore.
In quello in cui sono in questi giorni ho in
dotazione: una maschera da scimmione, un vaso di fiori morti (credo si siano
suicidati dalla tristezza) e ben DUE tostiere (così se mi annoio
posso metterle in competizione tra loro su quale mi spara prima fuori il
toast).
Ma ciò che ti viene lasciato in cibo è davvero
spaziale.
la natur decedeè |
Una volta in una cassettiera ikea malm ho trovato
delle cipolle (non so se cresciute di loro sponte o lasciatemi come peticado'); qui ho trovato:
una confezione aperta di cioccolato nero che però
nel frattempo era virato verso il beige molto chiaro o per il passar degli anni o per
paura della discriminazione;
due tubetti di ketchup aperti di cui uno
praticamente vuoto (ovviamente era quello dei due lasciato in frigo);
gli immancabili cetriolini in
vasetto e 5 bottiglie di ogni genere di aceto (manco fossimo a Modena...) a diversi livelli di consumo (forse messi in fila potrei usarli come xilofono...).
In bagno appoggiato in bilico sopra la doccia c’è invece
un avanzo di shampoo al misterioso ‘huil d’argan’ pieno di inquietanti
incrostazioni che potrebbero prendere vita da un momento all’altro. Finito qui
farò una doccia, se non avrete più mie notizie sappiate che sono stato vittima
del temibile huil: non piangetemi ma dedicatemi piuttosto una via o anche un piazzale,
perché no!
Bonnuiiiiit!
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