Tuesday, September 18, 2012

Laffitte



Seconda settimana a Parigi e direi che va molto meglio.
Stamattina sono persino riuscito ad ordinare una brioche con l’uvetta.
hanpenoresin sivuplè
Passi da gigante insomma.

Eccomunque questa volta vorrei parlare di un tema fondamentale: affittare una casa a Parigi.
Tutte le grandi invasioni iniziano con la creazione di una testa di ponte, un rifugio sicuro ove potersi riparare, ricaricare le armi, accumulare provviste e munizioni.

I furbi francesi che hanno appreso la lezione della storia fanno quindi il possibile per rendere impossibile la creazione del primo fortilizio infilando il potenziale nemico in un loop così composto:

STEP 1: per fare un contratto di affitto ci vuole un conto in banca
STEP 2: per aprire un conto in banca devi portare una bolletta di luce e gas
STEP 3: per avere una bolletta di luce e gas devi avere una casa
STEP 4: per avere una casa devi avere un contratto di affitto
STEP 5: vai al punto 1

Voi direte: funziona? Mica troppo a giudicare dal numero di immigrati in Francia, ma tant’è!
Quindi se ad un certo punto da qualche parte si riesce a spezzare il loop si riesce ad entrare nell’elenco dei papabili che possono presentarsi agli appuntamenti per prendere in affitto una casa ove in fila con un sacco di altri aspiranti possessori di una bolletta di luce e gas potrete mostrare il vostro dossier (una specie di CV comprendente stipendio, lettere di raccomandazione, voto di maturità, foto di voi da piccolo, … ) sperando che gli altri siano peggio di voi.

Io, per fortuna (come dice Rita) o per grande abilità (come dico io) ho saltato tutto questo grazie ad un annuncio trovato su un sito per accademici ma in scompenso la casa sarà libera del 25 settembre per cui nel frattempo mi barcameno in studiò (simpatico nome che indica appartamentini della dimensione di due sgabuzzini e ¼) fino ad allora.
le scimmion

Gli studiò in affitto a giorni sono un mondo incredibile.
Varrebbe la pena di fare uno studio antropologico solo sulle suppellettili in dotazione e sui resti di cibarie lasciate dai precedenti inquilini e non gettate dai proprietari che credono di farti un favore.

In quello in cui sono in questi giorni ho in dotazione: una maschera da scimmione, un vaso di fiori morti (credo si siano suicidati dalla tristezza) e ben DUE tostiere (così se mi annoio posso metterle in competizione tra loro su quale mi spara prima fuori il toast).
Ma ciò che ti viene lasciato in cibo è davvero spaziale.

la natur decedeè
Una volta in una cassettiera ikea malm ho trovato delle cipolle (non so se cresciute di loro sponte o lasciatemi come peticado'); qui ho trovato:

una confezione aperta di cioccolato nero che però nel frattempo era virato verso il beige molto chiaro o per il passar degli anni o per paura della discriminazione;

due tubetti di ketchup aperti di cui uno praticamente vuoto (ovviamente era quello dei due lasciato in frigo);

gli immancabili cetriolini in vasetto e 5 bottiglie di ogni genere di aceto (manco fossimo a Modena...) a diversi livelli di consumo (forse messi in fila potrei usarli come xilofono...).

In bagno appoggiato in bilico sopra la doccia c’è invece un avanzo di shampoo al misterioso ‘huil d’argan’ pieno di inquietanti incrostazioni che potrebbero prendere vita da un momento all’altro. Finito qui farò una doccia, se non avrete più mie notizie sappiate che sono stato vittima del temibile huil: non piangetemi ma dedicatemi piuttosto una via o anche un piazzale, perché no!
Bonnuiiiiit!

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